E' bene che si sappia
E’ bene che tutti sappiano cosa sta accadendo dietro le quinte,
è giusto che la verità venga a galla e non si mascheri più
dietro paraventi quali possono essere giocatori, società o presidenti.
E’ in atto una guerra portata avanti senza esclusione di colpi, una
guerra vergognosa che ha le sue fondamenta nell'antipatia e nell'odio che
è nato tra i diversi ragazzi del CUCS.
Problemi personali, ripicche, litigi e sguardi torvi, voci più o meno
attendibili di strani movimenti di soldi, chiacchiere che riguardavano addirittura
persone care e non problemi di curva, tutti fatti che hanno covato a lungo
sotto la cenere ed al momento giusto, sapientemente guidati, sono usciti,
fuori.
Dispiace che il tutto si sia trincerato dietro il paravento iniziale di Manfredonia
e che nessuno dei contendenti, ripeto nessuno, abbia avuto il coraggio di
risolvere questi problemucci in altra sede, evitando di mettere in mezzo il
CUCS che é sempre stato fuori da ogni disputa.
Addolora che alcuni, vilmente, abbiano avuto paura di denunciare certe storie,
addolora che certa gente non abbia avuto il coraggio di dire in faccia ad
altre persone cosa veramente pensasse di loro, ma quello che è più
incredibile è che tutti fanno finta di non sapere, di non vedere, denunciando
inevitabilmente chiari limiti di personalità oltre che di sudditanza
psicologica.
Il bello, anzi il brutto è che in tutta questa storia solo il CUCS
ha perso, come immagine, come tifo, come compattezza, eppure il CUCS fin dall’inizio
ha sempre cercato nella democrazia la linea giusta da seguire (superando persino
i tristi problemi politici) senza capoccioni, nella piena e totale uguaglianza,
addirittura collaborando con l'AIRC, pur senza farne mai parte.
Tanta democrazia purtroppo si è persa col tempo e di questo noi avevamo
avuto già un chiaro segno nel momento in cui, contestazione dilagante,
avevamo deciso che, essendo il CUCS nato per il tifo e non per certi tipi
di contestazione, c'era assoluto bisogno di staccarsi dal gruppetto dei contestatori
per riprendere il discorso che ha portato ovunque il verbo ULTRA’ e
cioè tifare alla nostra maniera.
Da quel momento è successo di tutto, un vero campionario di democrazia
e libertà.
E’ giusto che si sappia
E’ giusto che si sappia che il gruppetto dei contestatori si
è rifiutato di dividere con noi, che volevamo tifare, tutto il materiale
da tifo (tamburi, striscioni, bandiere, megafoni) che comunque era proprietà
di tutti, nel chiaro intento di impedirci di tifare e costringendoci a comprare
tutto nuovo.
E giusto che si sappia, e questa è stata la mossa più squallida,
che il gruppetto dei contestatori ci ha gentilmente comunicato di aver provveduto
a registrare il marchio (!), perché loro hanno deciso (!) che il CUCS
deve diventare un'associazione culturale (!), e nel contempo combattere la vendita
clandestina del materiale ULTRA’.
Tutte cose vere, talmente vere che giusto mercoledì 28 ottobre 1987,
una loro delegazione si è recata dal serigrafo dove erano in lavorazione
le nuove magliette e lo ha diffidato dal proseguire a stampare minacciandolo
di passare a vie legali.
Così adesso il CUCS «sarebbe» diventato una proprietà
privata, come un bel prato verde che è possibile vedere solo da dietro
una rete metallica, un prato dove è vietato camminare, a meno che tu
non inizi a pensare come i suoi proprietari.
E’ giusto che si sappia da quale parte provengono questi colpi bassi che
identificano e qualificano perfettamente chi li compie, con il chiaro intento
di soffocare la parte del COMMANDO che vuole soltanto tifare, nient'altro che
tifare.
Ma qualcuno si è dimenticato della cosa più importante, forse
perché troppo abituati a comandare, e cioè che nessuno potrà
mai essere padrone del CUCS perché il CUCS è la gente che ama
il tifo, che ama la ROMA, che ama essere ULTRA’, perché il CUCS
vive dell'amore di tutti e questo, cari signori, è un valore che non
si può comprare perché non ha prezzo!!
Il vostro è un gesto che non capisco, né giustifico, uno squallido
gesto che «dovrebbe» ostacolare il lavoro di tutti quei «burattini»
che vogliono semplicemente continuare a fare quello che è stato fatto
per 10 lunghi campionati, di quei «burattini», me compreso, che
voi conoscete bene e verso i quali avete perso ciò che non avete, neanche
per quelli che vi stanno vicini: il rispetto!
Stefano Malfatti
Commando Ultrà Curva Sud
Vecchio Cucs
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